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4 O VERO DELLA GLORIA, jg3 colla mano, così per altri rispetti, come perchè niuiy> presume nè di- possedere alcuna di questa non avendola procacciata, nè di poterla procacciare «senza studio e fatica. In fine, il poeta e il filosofo non hanno in vita altro frutto del. loro ingegno, altro premio dei Iopo.studi, se non forse una gloria * nata e-contenuta - fra un piccolissimo .numero di persone. Ed anche questa si è l'una delle molte cose nelle <juali si conviene colia poesia la filosofia , povera anch* essa e nuda, come canta il Petrarca, non solo.di ogni altro bene, ma di riverenza e di onore. , .

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• ' CÀPITOLO#DECIMO . - - , V / Non potendo nella conversazione degli uomini godere quasi alcun beùeficio • della tua gloria 7 la maggiore utilità che ne ritrarrai, sarà di rivolgerla nell* animo e di compiacertene teco stesso nel silenzio della tua solitudine, : con pigliarne stimolo e conforto a ntfbve fatiche, e fartene fondamento a nuove speranza Perocché la gloria degli scrittori 5 non solo, come tutti i beni degli uomini,

  • riesce più grata da lungi che da vicino, ma non »

è mai, si può dir, presente a chi la possiede, e non si ritrova in nessun luogo. * . . Dunque per ultimo ricorrerai colla immaginativa a quell’ estremo rifugio e conforto degli animr grandi, che è la posterità. Nel modo che Cicerone , ricco non di una semplice glòria, nè questa • • § 7 l54