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O VERO DELLA GLORIA. , l5l do ; e m’interrogavano, senza fare una menoma differenza, sopra qualunque punto di qual si sia disciplina o favella intervenisse per alcuno acci* dente nel ragionare. E non per questa loro opinione mi stimavano da molto; anzi mi credevano minore assai di tutti gli uomini dotti degli altri luoghi. - Ma se io gli lasciava venire in*, dubbio che la mia dpttrina fosse pure un poco, meno 'smisurata che essi non pensavano, io scadeva accora moltissimo nel loro concetto , e all* ultimo si persuadevano che essa mia dottrina non si stendesse niente più che la loro. Nelle città grandi, quanti ostacoli si frappongano, siccome all’acquisto della gloria, cosi a poter godere il frutto del]’acquistata, non ti sarà difficile a giudicare dalle cose dette alquanto innanzi. Ora aggiungo, che quantunque nessuna fama sia più di£ ficile a meritare, che quelle di egregio poeta o scrittore ameno o filosofo, alle quali tu miri principalmente, nessuna con tutto questo riesce meno fruttuosa a chi la possiede. Non ti sono ignote le querele perpetue, gli antichi e i moderni esempi * della povertà e della sventure de’ poeti sommi. Iu Omero, tutto ( per così dire ) è .vago e leggiadra-; mente indefinito y siccome nella poesia, così nella persona; di cui la patria, la vita, ogni cosa, è’ come un arcano impenetrabile agli uomini. Solo, in tanta incertezza e ignoranza, si ha da una costantissima tradizione, che Omero fu povero e in felice: quasi che la fama e la memoria dei secoli non abbia voluto lasciar luogo a dubitare che la « .M J l5a ILPARINI.