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1^6 l L PARIDI Descartes al suo tempo, cella geometria, la quale egli ampli Beò maravigliosamente, colPadattarvi l’algebra e cogli altri suoi trovati, non fu nè pure inteso, se non da pochissima Il sii mie accade al Newton. In vero, la condizione* degli uomini di- tfujatamerrtc superiori cl sap enza alla propria età ,* non è molto diversa da quella dei letterati e dotti ebe vivono in’citià o province vacue di studi: perocché nè quesii, come d: ro po , da’ lor cittadini o provinciali, nè quelli dai coniempo/anei sono tenuti in quel conto che merite/ebbono ; anzi spessissime volte sono viliper! , per la diversità della vita o delle opinioni loro da quelle degli altri 9 e per la comune f isufficienza a conoscere il pregio d^lle loro facoltà ed opere. Non è dubb o che il genere umano a questi tempi, e insino dalla restaurazione della civiltà, non vada procedendo innanzi continuamente nel sapere. Ma ì\ suo procedere è tardo e misurato; laddove gli spiriti uommi e singolari, che sì danno alla speculazione di questo universo sensi -, bile all’ uomo o intelligibile, ed al rintracciarne ~ lo del vero, cauanfnano, anz talora corrono, velocemente, e quasi senza misura alcuna. E non per questo è possibile che il mondo, in vederli procedere così spediti, affrett-. il cammino tanto , che giunga con loro, o poco più tardi eli loro, colà dove essi per ultimo si rimangono. Anzi non esco dei suo passo; e non si conduce alcune volte a questo o a quel termine ^ se non solamente in ispa- zko di uno o più secoli da poi che qualche alto . spirito vi si fu condotto. \