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per la profondila o la novità dei sentimenti da un lato, e dall’altro la oscurità dell’intelletto di chi non gH sidera dunque anche nel genere filosofico quanta difficoltà di aver lode, per dovuta che sia. Perocché non puoi dubitare, se anche io non Io esprimo, che ii numero dei filosofi veri e profondi , fuor dei quali non è chi sappia far convenevole stima degli altri tali, non sia piccolissimo anche nella età presente, benché dedita all* amore della filosofia più che le passate. Lascio le varie fazioni, o comunque si convenga chiamarle, in cui sono divisi oggi, come sempre furono , quelli che fanno professione di filosofare : ciascuna* delle quali nega ordinariamente la debita lode e stima a quei delle altre; non solo per volontà, ma per avere Y intelletto occupato da altri principii. t m \ CAPITOLO OTTAVO Se poi (come non è cosa alcuna che io non mi possa promettere di cotesto ingegno ) tu salissi col sapere e colla meditazione a tanta altezza , che ti fosse dato, come fu a qualche eletto spirito, di scoprire alcuna principalissima verità, non solo stata prima incognita in ogni tempo, ma rimota al tutto dalla espettazione degli uomini, e al tutto diversa o contraria alle opinioni presenti, anco dei saggi; non pensar di avere a raccòrrò in tua vita da questo discoprimento alcuna lode potrebbe comprendere in nessun modo. Con-