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a YKRO DE1LA GtOltTA^ I^£ ga iavdatrieule mosse dal bello e dal gravide *m* mas nato, fa mestieri credere che vi abbia nella O * 0 vita umana aleun che di grande e di bello vere* e che il poelico del mondo noir sia tutto favola. Le quali cose il giovane crede sempre-, quando- i Lnche sappia il contrario, finché la esperienza sua: propria no» sopravviene al sapere; ma elle sono credute difficilmente dopo Ja trista disciplina del* l’uso pratico, jnassime deve la ecperieirczff è congiunta coll abito delle* speculare e colla dottrina. Da questo ór scordo seguirebbe che generalmente i giovani fossera miglior ud ti delle opere indirizzate a destar gli affetti e le immagini, che non sono gli uomini maturi o vecchi. Ma da altro* oanto si vede che rio vani non accostumati all» lettura, cercano in quella un diletto più che mna- 110y infinito, e d qualità impossibili; e tale non ve ne trovando, disprezzano gEi scrittori ; fi che iinco in altre età, per siru'ii cause, avviene alcune volte agl’ illetterati. Quei iovanì *po: , che fono dedit. alle lettere, antepongono facilmente, come

  • nello scrivere, così nel giudicare gli icritfi altrui,

1 ecccsiivo al moderato, il superbo o ri vezzosa dei modi e degli ornamenti al setnpl.ee e al naturale, © le bellezze fallaci alle vere; parte per la poca esperienza, parte per 1 Impeto della et?,. Onde i giovani, i quii senza alcun falla souo la» pirte degl* nomini più dicpesla a lodare quelle che loro apparisce bnono, come più veraci e cari didi; rare volte sono atti a gustar la irtatura e compiuta bontà dell*» opere letterarie. Gol prò-