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O VERO DELLA GLORIA* IflI o 1’ invidia altrui, morto si rimane nella oscurità per dimenticanza; potendo difficilmente avvenire che la gloria d’alcuno nasca o risorga in tempo che, fuor delle carte per se immòbili e mute, nessuna cosa ne ha cura. JVXa le difficolta che nascono dalla malizia degli uomini, essendone stato scritto .abbondantemente da molti, ai quali potrai ricorrere, intendo di lasciarle da parie. Nè anche ho in animo -di narrare quegl’ impedimenti che hanno origine dalla fortuna propria dello scrittore , ed eziandio dal semplice caso, o da leggerissime cagioni : i quali non di rado fanno che. alcuni scritti degni di somma lode e frutto, di sudori infiniti , sono perpetuamente esclusi dalla celebrità, o stati pure in luce per breve tempo, cadono e si dileguano interamente dalla memoria degli uomini ; dove che altri scritti o inferiori di pregio, o non superiori a quelli, vengono e si conservano in grande onore. Io ti vo*. solamente esporre le difficoltà e gl’ impacci che senza intervento di malvagità umana, contrastano gagliardamente il premio della gloria, non all’ uno o all’ altro fuor dell’ usato, ma per l’ordinario, alla maggior parte degli scrittori grandi. Ben sai che niuno si fa degno di questo tjtolo, nè si conduce a gloria stabile e vera, se non per opere eccellenti e perfette, o prossime in qualche modo alla perfezione. Or dunque hai da por mente a una sentenza verisima di un autore nostro lombardo: dico dell’autore del Cortegiano (a7); la quale è che rare volte interviene che chi non è assuefa a scrivere, per erudito che egli si siu, 6