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ogo isl. Sono un povero Islandese, che vo fuggendo la Natura; e fuggitala quasi tutto il tempo della mia \ita per cento parti della terra, la fuggo adesso per questa. nat.' Cosi fugge lo scoiattolo dal serpente a sonagli, finché gli cade in gola da se medesimo. Io sono quella che tu fuggi. isl. La Natura? NAT. Non altri. isl. Me ne dispiace fino all’anima; e tengo per fermo che maggior disavventura di questa non mi potesse sopraggiungere. f nat. Ben dovevi pensare che io frequentassi specialmente queste parti ; dove non ignori che si dimostra più che altrove la mia potenza. Ma che era che ti moveva a fuggirmi? isl. Tu dèi sapere che io fino nella prima gioventù, a poche esperienze, fui persuado e chiaro della vanità della vita, e della stoltezza degli uominyf i quali combattendo continuamente gli uni cogli altri per Y acquisto di piaceri che non dilettano, e di beni che non giovano; sopportando' e cagionandosi scambievolmente infinite sollecitudini, e infiniti mali, che- affannano e cioccio no in effetto ; tanto più si allontanano dalla felicità, qnanto più la cercano. Per queste considerazioni, deposto ogni altro desiderio, deliberai, non dando molestia a chicchessia, non procourando in modo alcuno di avanzare il mio stato, non contendendo con altri per nessun bene del mondo, vivere una vita oscuf a e tranquilla ; e disperato dei piaceri,