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f \ I OO t D T A L O G O quando la donna che egli ama, se gli rappresenta dinanzi in alcun sogno gentile, esso per tutto ij giorno seguenle, fugge di ritrovarsi con quella e di rivederla; sapendo che ella non potrebbe reggere al paragone della immagine che il sonno gliene ha lasciata impressa, e che il vero , can- cellandog l dalla mente il falso , priverebbe lui del diletto straordinario che ne ritrae. Però non sono da condannare gli ant ohi, molto pii solleciti, accerti e industriosi di voi, circa a ogni sorta di grò-

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dimento possibile alla natura umana, se ebbero per costume di proccurare in vari modi la dolcezza e la giocondità dei sogni ; nè Pitagora è da riprendere per avere interdetto il mangiare delle fave, creduto contrario alla tranquillità dei medes.mi soffili, ed atto a intorb, dargli (a 3); e sono da scusare i supersl ziosi che avanti di coricars? solevano orare e far libazioni a Mercurio conduttore dei sogni, acciò uè menasse loro d; quei lieti; la immagine del quale tenevano, a questo effetto, intagliata n iu* piedi delle lettiere (24 • Così, non trovando mai 1? felicità nel tempo della vigilia, si studiavano di esser felici dormendo: e credo che in parte, e in qualche modo, l’ottenessero; e che da Mercurio fossero meglio esaudì; che dagl' altri Dei. Per tacto, poiché gli uomini nascono e vivono al solo piacere, o del corpo o delibammo; se da altra parte il piacere *è solamente o massimamente nei sogrì , converrà ci determiniamo a \ vere per sognare: alla qual cosa, in verità, ie Q3on mi posso ridurre-