Pagina:Leopardi - Operette morali, Milano 1827.djvu/101

I g* DIALOGO negano (18). Aggiungi quest’ altra favola. Bicone e Cleobi fratelli, un gl >rao di fesfa, che non erano in pronto le mule, essendo sottentrati al carro della madre j sacerdotessa d? Giunone, e condottala aH tempio; quella supplicò la dea, che rimunerasse la p:età de fijl uoli col maggior bene che jDossa cadere negli uomini. G iunone, in vece di farli immortali, come avrebbe potuto; e allora si costumava; fece che l’uno e 1 altro; p*an p anò se ne morirono in quella medesima ora. Jl sim le toccò ad Agaméde e a Trofonio» Finito il tera dìo di Delfo, fecero itrstanza ad Apollo che li pi- gasse: :l quale rispose voleri soddisfare fra sette giorn ; in questo mezzo attendessero a far ?ozzo- viglia a loro spese. La settima notte, mandò loro un dolco sonna; dal quale ancora s’ hanno a svegliare; e avuta questa, non dimandarono altra paga. Ma poiché siamo in sulle favole, eccoteno un altra, intorno alla quale ti vo’ proporre un? quest one. Io so che oggi i vostri par tengono per sentenza certa, che la .vita umana, in qnalunr quo paese abitato, e sotto qualunque cielo, duri naturala!ente, eccetto piccole differenze, una medesima quant tà di tempo, considerando ciascun popolo in grosso. Ma qualche buono antico (19) racconta che gli uomini di alcune parti dell «India e dell* Etiopia *non campano oltre a quarant’ anni; chi muore in questa età, mi\or vecchissimo; e le fanciulle di* sette anni sono di età da marito.- II quale ultimo capo sappiamo che, appresso a poco, si verifica nella Guinea, nel Ifcecan ed altri luo~ r v * % 1 1 /