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lJL ' L lunghissimo credere e confidare, avvedutisi della vanità di quelle profferte; e nel medesimo tempo famelici di cose nuove, massime per 1* ozio in cui vivevano ; e stimolati parte dall’ ambizione di pareggiarsi agli Dei, parte dal desiderio di quella beatitudine che per le parole del fan- 5 tasma si riputavano, conversando colla Verità, essere per conseguire; si volsero con instantissime e presuntuose voci dimandando a Giove che per alcun tempo concedesse alla terra quel nobilissimo genio, rimproverandogli che egli invi- * diasse alle sue creature l'utilità infinita che dalla presenza IO di quello riporterebbero; e insieme si rammaricavano con lui della sorte umana, rinnovando le antiche e odiose querele della piccolezza e della povertà delle cose loro. E perché quelle speciosissime larve, principio di tanti beni alle età passate, ora si tenevano dalla maggior paite in poca stima; 15 non che già fossero note per quelle che veramente erano, ma la comune viltà dei pensieri e 1’ ignavia dei costumi facevano che quasi niuno oggimai le seguiva: perciò gli uojftini -bestemmiando scelleratamente il maggior dono che gli eterni avessero fatto e potuto fare ai mortali, gridavano 20 che la terra non era degnata se non dei minori geni ; ed ai maggiori, ai quali la stirpe umana più condecentemente s’inchinerebbe, non essere degno né lecito di porre il piede in questa infima parte dell’ universo. 3 A vivevano, — 6 AMF reputavano — 7 conseguire, — 10 AMF sue proprie creature — la utilità — 11 AMF riporterebbono — seco lui — 13 AMF picciolezza e povertà — 17 AMF la ignavia — 18 A seguiva; — 22 AMF superiori 2 e insieme desiderosi di novità e stimolati — 10 la semina infinità — 11 e nel medesimo tempo si dolevano seco lui — 12 le antichissime querele [vecchie e moleste doglianze] della strettezza e vanità — 14 queste — fantasmi — I 5 dalla più parte — 16 che elle fossero ancora — 17 1’ ignavia de’ — 18 niuno li seguitava — 21 ed a’ — 22 a’ quali — 24 parte. — 14 —