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calore e le speranze dell’etàv 1 verde. Ma in progresso di tempo tornata a mancare affatto la novità, e risorto e riconfermato il tedio e la disistima della vita, si ridussero gli uomini in tale abbattimento, che nacque allora, come si crede, il costume riferito nelle storie come praticato da5 alcuni popoli antichi che lo serbaronoc 1, che nascendo alcuno, si congregavano i parenti e loro amicic 2 a piangerlo; e morendo, era celebrato quel giorno con feste e ragionamenti che si facevano congratulandosi coll’estinto. All’ultimo tutti i mortali si volsero all’empietàc 3v 2, o che paresse loro di non10 essere ascoltati da Giove, o essendo propria natura delle miserie indurare e corrompere gli animi eziandio più bennati, e disamorarli dell’onesto e del retto. Perciocché s’ingannanoc 4 a ogni modo coloro i quali stimano essere nata primieramente l’infelicità umana dall’iniquitàv 3 e dalle cose15 commesse contro agli Dei; ma per lo contrario non d’altronde ebbe principio la malvagità degli uomini che dalle loro calamitàc 5.
Ora poiché fu punita dagli Dei col diluvio di Deucalione la protervia dei mortali e presa vendetta delle ingiurie,20 i due soli scampati dal naufragio universale del nostro genere, Deucalione e Pirra, affermando seco medesimi niuna cosa potere maggiormente giovare alla stirpe umana che di esserev 4 al tutto spenta, sedevano in cima a unac 6 rupe chiamando la morte con efficacissimo desiderio, non chec 7v 525