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DIALOGO DI TRISTANO E DI UN AMICO Am. Ho letto il vostro libro. Malinconico al vostro solito. TRIS. Sì, al mio solito. Am. Malinconico, sconsolato, disperato : si vede che questa vita vi pare una gran brutta cosa. TRIS. Che v’ho a dire? io aveva fitta in capo questa pazzia, che la vita umana fosse infelice. Am. Infelice sì forse. Ma pure alla fine... IO TRIS. No no, anzi felicissima. Ora ho cambiata opinione. Ma quando scrissi^ cotesto libro, io aveva quella pazzia in cafjo, come vi dico. E n’ era tanto persuaso, che tutt’ altro mi sarei "aspettato, fuorché sentirmi volgere in dubbio le osservazioni eh* io faceva in quel proposito, 15 parendomi che la coscienza d’ogni lettore dovesse rendere prontissima testimonianza a ciascuna di esse. Solo immaginai che nascesse disputa dell’utilità o del danno di tali osservazioni, ma non mai della verità : anzi credetti che le mie voci lamentevoli, per essere i mali comuni, sarebbero 20 ripetute in cuore da ognuno che le ascoltasse. E sentendo poi negarmi, non qualche proposizione particolare, ma il tutto, e dire che la vita non è infelice, e che se a me pareva tale, doveva essere effetto d’ infermità, o d’altra miseria mia particolare, da prima rimasi attonito, sbalordito, 25 immobile come un sasso, e per più giorni credetti di trovarmi in un altro mondo ; poi tornato in me stesso, mi