Pagina:Leopardi - Operette morali, Gentile, 1918.djvu/306

i6 — 242 — presupponendo in me i casi antecedenti e le circostanze convenevoli a quel proposito; e trovandomi sempre o macchiato o capace degli stessi difetti, non mi basta 1’ animo d’irritarmene. Riserbo sempre 1* adirarmi a quella volta che 5 io vegga una malvagità che non possa aver luogo nella natura mia : ma fin qui non ne ho potuto vedere. Finalmente il concetto della vanità delle cose umane, mi riempie continuamente 1’ animo in modo, che non mi risolvo a met- | termi per nessuna di loro in battaglia ; e 1* ira e 1’ odio mi ! 10 paiono passioni molto maggiori e più forti, che non è conveniente alla tenuità della vita. Dall’ animo di Timone al j mio, vedete che diversità ci corre. Timone, odiando e fug- ; gendo tutti gli altri, amava e accarezzava solo Alcibiade, j come causa futura di molti mali alla loro patria comune. 15 Io, senza odiarlo, avrei fuggito più lui che gli altri, ammoniti ! i cittadini del pericolo, e confortati a provvedervi. Alcuni i dicono che Timone non odiava gli uomini, ma le fiere in sembianza umana. Io non odio né gli uomini né le fiere, i TlM. Ma né anche amate nessuno. 20 ELE. Sentite, amico mio. Sono nato ad amare, ho amato, e forse con tanto affetto quanto può mai cadere in anima viva. Oggi, benché non sono ancora, come vedete, in età naturalmente fredda, né forse anco tepida ; non mi vergogno a dire che non amo nessuno, fuorché me stesso, per neces- 25 sita di natura, e il meno che mi è possibile. Contuttociò sono solito e pronto a eleggere di patire piuttosto io, che esser cagione di patimento agli altri. E di questo, per poca 6 A mi«, — 7 A umane — 8 A modo — 9 A battaglia, — 10 A forti j 12 A mio — 15 A lo — 23 A tepida, — 24 A tteuo — 25 A natura I -2 conformi al —- 8 ritolvo di — 9 battaglia ; e I* odio mi pare — 21 e credo con — 22*3 etk fredda — 23 né pur [né manco] — vergogno dire —