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4 — 239 — TlM. Voi siete pure obbligato come tutti gli altri uomini, a procurar di giovare alla vostra specie. Ele. Se la mia specie procura di (are il contrario a me, non veggo come mi corra cotesto obbligo che voi dite. Ma ponghiamo che mi corra. Che debbo io (are, se 5 non posso? TlM. Non potete, e pochi altri possono, coi (atti. Ma cogli scritti, ben potete giovare, e dovete. E non si giova coi libri che mordono continuamente 1’ uomo in generale ; anzi si nuoce assaissimo. IO ELE. Consento che non si giovi, e stimo che non si noccia. Ma credete voi che i libri possano giovare alla specie umana? TlM. Non solo io, ma tutto il mondo lo crede. ELE. Che libri? 15 TlM. Di più generi; ma specialmente del morale. Ele. Questo non è creduto da tutto il mondo; perché io, (ra gli altri, non lo credo ; come rispose una donna a Socrate. Se alcun libro morale potesse giovare, io penso che gioverebbero massimamente i poetici: dico poetici, 20 prendendo questo vocabolo largamente; cioè libri destinati a muovere la immaginazione; e intendo non meno di prose che di versi. Ora io io poca stima di quella poesia che, letta e meditata, non lascia al lettore nell’animo un tal sentimento nobile, che per mezz* ora, gl’ impedisca di ammet- 25 tere un pensier vile, e di fare un’ azione indegna. Ma se il lettore manca di fede al suo principale amico un’ ora 2 AM proccurar — 3 AM proccura — 4 AM quest’ — 5 A fare 8 A scrìtti — 14 A io — 16 A generi, — 17 A mondo, — 18 A io altri — credo, — 20 A poetici; — 22 A immaginazione, — 23 A poesia che — 25 A nobile 20-1 dico poetici in genere, cioè destinati —