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DIALOGO DI TIMANDRO E DI ELEANDRO TlM. Io ve Io voglio anzi debbo pur dire liberamente. La sostanza e l'intenzione del vostro scrivere e del vostro parlare, mi paiono molto biasimevoli. 5 ELE. Quando non vi paia tale anche 1* operare, io non mi dolgo poi tanto: perché le parole e gli scritti importano poco. TlM. Nell’ operare, non trovo di che riprendervi. So che non fate bene agli altri per non potere, e veggo che IO non fate male per non volere. Ma nelle parole e negli scritti, vi credo molto riprensibile; e non vi concedo che oggi queste cose importino poco ; perché la nostra vita presente non consiste, si può dire, in altro. Lasciamo le parole per ora, e diciamo degli scritti. Quel continuo bia- 15 simare e derider che fate la specie umana, primieramente è fuori di moda. 1-2 A DIALOGO DI FILÉN0RE‘E MlSENORE. E questi nomi furono da prima usati per tutto il dialogo. Poi l'Autore appose al titolo questa postilla : ‘ Scrivi Timandro ed Eleandro e coti sempre — 7 A tanto ; — 11 -2 A nello scrivere — 12 A riprensibile, — 13 A poco, — 17 AMF fuor 3 voglio pur — 5 non mi piacciono nulla [punto, mica] — 6 dispiaccia anche — 7 chiamo malcontento [isto poi male nel vostro giudizio] perché lo scrivere — 7-8 non importano molto — 9 Non nell* operare io (trovo) — 10 ad alcuno