Pagina:Leopardi - Operette morali, Gentile, 1918.djvu/295

e ella è — 231 — per sua propria forza ab eterno. Imperocché se dal vedere che le cose materiali crescono e diminuiscono e all ultimo si dissolvono, conchiudesi che elle non sono per se ne ab eterno, ma incominciate e prodotte, per lo contrario quello che mai non cresce né scema e mai non perisce, si 5 dovrà giudicare che mai non cominciasse e che non provenga da causa alcuna. E certamente in niun modo si potrebbe provare che delle due argomentazioni, se questa fosse falsa, quella fosse pur vera. Ma poiché noi siamo certi quella esser vera, il medesimo abbiamo a concedere IO anco dell’ altra. Ora noi veggiamo che la materia non si accresce mai di una eziandio menoma quantità, niuna anco menoma parte della materia si perde, in guisa che essa materia non è sottoposta a perire. Per tanto i diversi modi di essere della materia, i quali si veggono in quelle 15 che noi chiamiamo creature materiali, sono caduchi e passeggeri; ma niun segno di caducità né di mortalità si scuopre nella materia universalmente, e però niun segno che ella sia cominciata, né che ad essere le bisognasse o pure le bisogni alcuna causa o forza fuori di se. Il 20 mondo, cioè l’essere della materia in un cotal modo, è cosa incominciata e caduca. Ora diremo della origine del mondo. La materia in universale, siccome in particolare le piante e le creature animate, ha in se per natura una o più forze 25 sue proprie, che 1’ agitano e muovono in diversissime guise continuamente. Le quali forze noi possiamo congetturare ed anco denominare dai loro effetti, ma non conoscere in se, né scoprir la natura loro. Né anche possiamo sapere se quegli effetti che da noi si riferiscono a una stessa forza, 30 procedano veramente da una o da più, e se per contrario quelle forze che noi significhiamo con diversi nomi, sieno veramente diverse forze, o pure una stessa. Siccome tutt