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alcuni — 216 — animale risibile; parendo loro che il riso non fosse meno proprio e particolare all* uomo, che la ragione. Cosa certamente mirabile è questa, che nell* uomo, il quale infra tutte le creature è la più travagliata e misera, si trovi la 5 facoltà del riso, aliena da ogni altro animale. Mirabile ancora si è 1’ uso che noi facciamo di questa facoltà : poiché si veggono molti in qualche fierissimo accidente, altri in gnande tristezza d’animo, altri che quasi non serbano alcuno amore alla vita, certissimi della vanità di ogni bene umano, IO presso che incapaci di ogni gioia, e privi di ogni speranza ; ! nondimeno ridere. Anzi, quanto conoscono meglio la vanità dei predetti beni, e l’infelicità della vita; e quanto mene sperano, e meno eziandio sono atti a godere; tanto mag giormente sogliono i particolari uomini essere inclinati a 15 riso. La natura del quale generalmente, e gl’ intimi prin ] cipii e modi, in quanto si è a quella parte che consist< nell’animo, appena si potrebbero definire e spiegare; s< non se forse dicendo che il riso è specie di pazzia noi durabile, o pure di vaneggiamento e delirio. Perciocché gl 20 uomini, non essendo mai soddisfatti né mai dilettati vera | mente da cosa alcuna, non possono aver causa di riso ch< sia ragionevole e giusta. Eziandio sarebbe curioso a cer care, donde e in quale occasione più verisimilmente, l’uom> fosse recato la prima volta a usare e a conoscere questi 1 A risibile — 2 A uomo — 6 A facoltà. — 10 A gioia — spe ranza, — Il A Anzi — 12 A beni — AMF la — 13 A sperano - 13 A godere. — 17 A spiegare, — 19 A durabile — 23 A vcriii milmente . 6 facciamo noi — 7 veggono uomini sfortunatissimi ed altri |vcggott' alcuni...] — 9 certi — 9-10 umano, e, li dire, incapaci — di qunlsivogl — 13-4 tanto più — gli uomini (tanto sogliono] — essere maggiormenl incliniti — 19-22 delirio. Eziandio — 19 Perocché — 23 occasione l’uotn j] — 24 recato a usare e conoscere la pri