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213 — saltano e giuocano insieme, compiacendosi di quel chiaro, secondo che scrive Senofonte °3. Gli uccelli per lo più si dimostrano nei moti e nell’ aspetto lietissimi ; e non da altro procede quella virtù che hanno di rallegrarci colla vista, se non che le loro forme e i loro atti, universalmente, sono 5 tali, che per natura dinotano abilità e disposizione speciale a provare godimento e gioia : la quale apparenza non è da riputare vana e ingannevole. Per ogni diletto e ogni contentezza che hanno, cantano; e quanto è maggiore il diletto o la contentezza, tanto più lena e più studio pongono nel IO cantare. E cantando buona parte del tempo, s’inferisce che ordinariamente stanno di buona voglia e godono. E se bene è notato che mentre sono in amore, cantano meglio, e più spesso, e più lungamente che mai ; non è da credere però, che a cantare non li muovano altri diletti e altre conten- 15 tezze fuori di queste dell’ amore. Imperocché si vede palesemente che al di sereno e placido, cantano più che all* oscuro e inquieto : e nella tempesta si tacciono, come anche fanno in ciascuno altro timore che provano; e passata quella, tornano fuori cantando e giocolando gli uni cogli altri. 20 Similmente si vede che usano di cantare in sulla mattina allo svegliarsi; a che sono mossi parte dalla letizia che prendono del giorno nuovo, parte da quel piacere che è generalmente a ogni animale sentirsi ristorati dal sonno e rifatti. Anche si rallegrano sommamente delle verzure liete, 25 5 A universalmente — 6 A tali — 7 A gioia; — 13 A amore — 14 A spesso — 14 A mai, — 15 A gli — 15-6 A allegrezze — 18 A inquieto, — 19 A provano, — 22 A svegliarsi, 1 -2 di quella luce, come è scritto da Senofonte — 10 e studio — a cantare — 13 cantano più — 15-6 allegrezze se non queste — 16-7 manifestamente — 17 ai di sereni e placidi — agli oscuri — inquieti — 22 svegliarsi, tra per la letizia — 23 e per quel piacere — 24 e rinvigoriti -