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170 — colui, molto maggior diletto si poteva trarre dagli studi della virtù e della gloria, che dall’ ozio, dalla negligenza, e dall’ uso delle voluttà del corpo; nelle quali cose quegli riponeva il sommo bene degli uomini. Ed affermava che la 5 dottrina epicurea, proporzionatissima all* età moderna, fu del tutto aliena dall’ antica. Nella filosofia, godeva di chiamarsi socratico; e spesso, come Socrate, s’intratteneva una buona parte del giorno ragionando filosoficamente ora con uno ora con altro, e mas- 10 sime con alcuni suoi familiari, sopra qualunque materia gli era somministrata dall’ occasione. Ma non frequentava, come Socrate, le botteghe de’ calzolai, de’ legnaiuoli, de’ fabbri e degli altri simili ; perché stimava che se i fabbri e i legnaiuoli di Atene avevano tempo da spendere in filosofare, quelli 15 di Nubiana, se avessero fatto altrettanto, sarebbero morti di fame. Né anche ragionava, al modo di Socrate, interrogando e argomentando di continuo; perehé diceva che, quantunque i moderni sieno più pazienti degli antichi, non si troverebbe oggi chi sopportasse di rispondere a un 20 migliaio di domande continuate, e di ascoltare un centinaio di conclusioni. E per verità non avea di Socrate altro che 11 parlare talvolta ironico e dissimulato. E cercando 1’ origine della famosa ironia socratica, diceva: Socrate nato con animo assai gentile, e però con disposizione grandissima ad 25 amare; ma sciagurato oltre modo nella forma del corpo; verisimilmente fino nella giovanezza disperò di potere essere 3 A corpo, — 7 MFB filosofi« — RB godea — I I AMF dalla — 12 fabbri, — 13 A simili. — 17 A continuo, — che — 22 AMF la —- 24 A amare, — 25 A corpo, I ritrarre [riportava] — 3 colui — 5-6 totalmente (convenevole all’ — 9 filosoficamente sopra (filo*, con alcuni fam. e con chi voleva ascoltarlo] — 14 a filosofare — 15 avessero atteso a questo esercizio, [a questo,] •— 24-25 «nnlile e j><*r tanto inclinatissimo all' amore, fu talmente sciagurato nella forma del corpo, fino nella giovanezza — 26 di essere —