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GIORDANI


indigenza, far gli uomini ridicoli fu detto anche da D. Giunio:

Nil habet infelix paupertas durius in se
Quam quod ridiculos homines facit1.

E veramente dove non sorgesse altra ricchezza che da industria, e fosse verace argomento d'ignavia la povertà; sarebbe giustamente disprezzabile. Ma dove il frutto della diligenza o della rapacità degli antinati discende ad oziosissimi eredi, che lo tengono con fasto e arroganza; e dove il faticare profittevolmente è in mille modi iniqui impedito agli sprovveduti; deve spesso l'inopia esser onorata, come argomento di modestia e integrità; o come non meritata calamità pietosamente rispettata. Invano le filosofiche declamazioni tentarono di rendere spregiata quanto è odiosa l'opulenza con arti non buone acquistata, o non con animo generoso dispensata: ella stette in onor di regina; ella prevalse anche alla nobiltà, e alla bellezza, alla facondia, alla grazia; imaginatevi quanto alla povera virtù! Solo il povero Parini ardì rovesciarla di seggio, scoronarla, conculcarla, metterla bersaglio alle popolari beffe: voltò in vergogna il fasto insolente; restituì, o piuttosto diede all'intelletto e alla bontà in miseri panni il soprastare. Aveva

  1. L'infelice povertà niente ha in sè più duro di questo che fa ridicoli agli uomini

    — D. Giunio Giovenale.