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GIORDANI


sua solitudine (otto anni fa) non mi saziava di ammirare chea giovinetto di venti anni, il più separato dal vivere comune, fosse potuta pervenire tanta verissima conoscenza delle cose umane, quanta prendono da lungo vivere e molto conversare ben pochi. Appena giunto era a diciotto anni; e i latini e i greci non avevano un segreto per lui. Tanto avea veduto in tutta la filologia che niente gli rimaneva da invidiare ai pochissimi di maggior valore tra i nostri; niente dovea vergognarsi dai più profondi tra i tedeschi: siccome lo provarono poco appresso in Roma il dottissimo e sagacissimo Niebuhr, ed altri dotti e famosi oltramontani; che di ciò che lo ammirarono, e per ammirazione lo amarono. Di tanta dottrina gittò egli più volte qualche nobil segno ne' giornali; ma fu poco avvertito: perchè quegli studi solamente vengono in onore che per molti e valorosi ingegni ad un tempo fioriscono. Così tengono in grande riputazione la filologia i tedeschi, della quale sono appo loro in grandissimo numero valenti professori: appo noi è morto quasi sconosciuto, e niente curato (e morì in Bologna!) Gaspare Garattoni, filologo non minore a veruno degli egregi; e scrittor latino di quella finissima eleganza che fuori d'Italia in vano si desidera: ed era pur noto assai e lodato nella tanto erudita Germania. Io ch'ebbi fortuna di conversare con quell'uomo degnissimo di fama, di riverenza e di amore, ho dovuto rattristarmi