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DIALOGO

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Concedo che nel mio esempio la conseguenza non scenda necessaria dalla premessa: mi basta che logicamente sia giusta; e questo non potrete negare. Ma e chi ha detto che le conseguenze che voi traete dalle dottrine leopardiane sieno necessarie, sieno cioè le sole che indi si possano trarre? Avete detto ciò voi solo, e ciò penseranno tutti i contradittori di quelle dottrine. Io però dico che, secondo il vostro modo di ragionare potranno quelle conseguenze esser logiche; secondo un modo diverso potranno dalle dottrine medesime dedursene delle opposte interamente. E questo è ciò che, come accennai, mi propongo di dimostrarvi. Ma intanto, credete a me, finchè staremo a disputare delle conseguenze di una dottrina per indi argomentare s'ella sia vera o falsa, non verremo a niuna conclusione. Contentiamoci dunque per ora di cercare soltanto se le massime della filosofia del nostro autore sono, o non sono vere, indipendentemente da ogni loro conseguenza.

Giobertiano.
Sia come a voi piace; ch'io non ricuserò la disputa anche ristretta su questo punto. E comincierò dal dire che quelle massime derivano a filo di logica dal materialismo. Egli stesso il Leopardi confessa che in filosofia si lasciò affascinare dalle dottrine che nel secolo passato dominarono in Francia, e quindi si sparsero per tutta Europa. Negli anni primi della giovinezza tutto occupato dalle lettere classiche, impedito poi di attendere seriamente agli studi dalla malattia che lentamente lo uccise, egli non si accorse nemmeno degli avviamenti della filosofia moderna: forse glie ne mancò il tempo e la voglia; e perciò si rimase contento a quella superficiale filosofia del materialismo, che pure in qualche modo si accordava colla disperata sua infelicità. Quando io dunque abbia provato che i principii fondamentali del sistema filosofico