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che non io contentarti di quello che tu domandi.
Malambruno. Dunque ritorna tu col mal anno, e venga Belzebù in persona.
Farfarello. Se anco viene Belzebù con tutta la Giudecca e tutte le Bolge, non potrà farti felice né te né altri della tua specie, più che abbia potuto io.
Malambruno. Né anche per un momento solo?
Farfarello. Tanto è possibile per un momento, anzi per la metà di un momento, e per la millesima parte; quanto per tutta la vita.
Malambruno. Ma non potendo farmi felice in nessuna maniera, ti basta l’animo almeno di liberarmi dall’infelicità?
Farfarello. Se tu puoi fare di non amarti supremamente.
Malambruno. Cotesto lo potrò dopo morto.
Farfarello. Ma in vita non lo può nessun animale: perché la vostra natura vi comporterebbe prima qualunque altra cosa, che questa.
Malambruno. Così è.
Farfarello. Dunque, amandoti necessariamente del maggiore amore che tu sei capace, necessariamente desideri il più che puoi la felicità propria; e non potendo mai di gran lunga essere soddisfatto di questo tuo desiderio, che è sommo, resta che tu non possi fuggire per nessun verso di non essere infelice.
Malambruno. Né anco nei tempi che io proverò