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42 XI. Ili PASSERO SOIi IT ARI©. D’in su la velia della lorre antica, Passero solitario, alla campagna Cantando vai finché non more il giorno ; Ed erra 1’ armonia per questa valle. Primavera dintorno Brilla nell’ aria, e per li campi esulta, Si eh’ a mirarla intenerisce il core. Odi greggi belar, muggire armenti ; Gli altri augelli contenti, a gara insieme Per lo libero ciel fan mille giri, Pur festeggiando il lor tempo migliore: Tu pensoso iu disparte il tutto miri; Non compagni, non voli, Non ti cal d’allegria, schivi gli spassi; Canti, e cosi trapassi Dell’ anno e di tua vita il più bel fiore. Oimè, quanto somiglia Al tuo costume il mio! Sollazzo e riso. Della novella elà dolce famiglia, E te german di giovinezza, amore, Sospiro acerbo de’ provetti giorni, Non curo, vo non so come; anzi da loro Quasi fuggo lontano; Quasi romito, e strano Al mio loco natio, Passo del viver mio la primavera. Queslo giorno ch’ornai cede alla sera, Festeggiar si costuma al nostro borgo.