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32 VIH. inrnro ai patriarchi, o DE’ PRINCIPI! DEL GENERE UMANO. E voi de’ figli dolorosi il canto, Voi dell’ umana prole incliti padri, Lodando ridirà; mollo all’ eterno Degli astri agitalor più cari, e molto Di noi men lacrimabili nell’ alma Luce prodotti. Immedicati affanni Al misero mortai, nascere al pianto, E dell’ etereo lume assai più dolci Sortir l’opaca tomba e il fato estremo, Non la pietà, non la diritta impose Legge del cielo. E se di vostro antico Error che l’uman seme alla tiranna Possa de’ morbi e di sciagura offerse, Grido antico ragiona, altre più dire Colpe de’ figli, e irrequieto ingegno, E demenza maggior 1' offeso Olimpo N’armaro incontra, e la negletta mano Dell’altrice natura; onde la viva Fiamma n’increbbe, e detestato il parlo Fu del grembo materno, e violento Emerse il disperalo Èrebo in terra. Tu primo il giorno, e le purpuree faci Delle rotanti sfere, e la novella Prole de’ campi, o duce antico e padre Dell’umana famiglia, e tu l'errante Per li giovani prati aura contempli: