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20 ALIA PRIMAVERA. Nido de’ venti): e il pastorei eh’ all’ombre Meridiane (6) incerte, ed al fiorito Margo adducea de’ fiumi Le sitibonde agnelle, arguto carme Sonar d’agresti Pani Udì lungo le ripe; e tremar 1’ onda Vide, e slupi, che non palese al guardo La faretrata Diva Scendea ne’ caldi flutti, e dall’immonda Polve tergea della sanguigna caccia 11 niveo lato e le verginee braccia. Vissero i fiori e 1’ erbe, Vissero i boschi un di. Conscie le molli Aure, le nubi e la tilania lampa Fur dell’ umana gente, allor che ignuda Te per le piagge e i colli, Ciprigna luce, alla deserta nolle Con gli occhi inlenti il viator seguendo, Te compagna alla via, te de’ mortali Pensosa immaginò. Che se gl’ impuri Cittadini consorzi e le fatali Ire fuggendo e l’onte, GT ispidi (ronchi al petto altri nell’ ime Selve remoto accolse, Viva fiamma agilar 1’ esangui vene, Spirar le foglie, e palpitar segreta Nel doloroso amplesso Dafne e la mesta Filli, o di Climeue Pianger credè la sconsolata prole Quel che sommerse in Eridano il sole. Nè dell’ umano affanno, Rigide balze, i luttuosi accenti Voi negletti ferir mentre le vostre Paurose latebre Eco solinga, Non vano error de’ venti, Ma di ninfa abitò misero spirto, Cui grave amor, cui duro fato escluse Delle tenere membra. Ella per grolle,