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DETTI MEMORABILI DI FILIPPO OTTOMERI. 311 crescerebbe assai che tu stessi in pensiero per causa nostra. Prego Dio che non ti faccia mai ricco. Da giovane, avendo composto alcuni versi, e adoperatovi certe voci antiche ; dicendogli una signora attempata, alla quale, richiesto da essa, li recitava, non li sapere intendere, perchè quelle voci al tempo suo non correvano : rispose : anzi mi credeva che corressero ; perchè sono molto antiche. Di un avaro ricchissimo, al quale era stato fatto un furto di pochi danari, disse, che si era portato avaramente ancora coi ladri. Di un calcolatore, che sopì"» qualunque cosa gli veniva udita o veduta, si metteva a computare, disse: gli altri fanno le cose, e costui le conta. Ad alcuni antiquari che disputavano insieme dintorno a una figurina antica di Giove, formata di terra cotta ; richiesto del suo parere ; non vedete voi, disse, che questo è un Giove in Creta? Di uno sciocco il quale presumeva saper molto bene raziocinare, e ne’ suoi discorsi, a ogni due parole, ricordava la logica; disse: questi è propriamente l’uomo delinito alla greca ; cioè un animale logico. Vicino a morte, compose esso medesimo questa inscrizione, che poi gli fu scolpita sopra la sepoltura. OSSA DI FILIPPO OTTOMERI NATO ALLE OPEKE VIRTUOSE E ALLA GLORIA VISSUTO OZIOSO E DISUTILE E MORTO SENZA FAMA NON IGNARO DELLA NATURA NÈ DELLA FORTUNA SUA.