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MEMORABILI DI FILIPPO OTTOMERI. materia da gloriarsi ; moltissime eziandio se ne attribuiscono o non ottenute, o anco pure non cercate, o finte del tutto. Notava nell’ istoria che scrisse Arriano delleimprese di Alessandro Magno (51), che alla giornata dell’Isso, Dario collocò i soldati mercenari greci nella fronte del- l’esercito, e Alessandro i suoi mercenari pur greci alle spalle ; e stimava che da questa circostanza sola senza più, si fosse potuto antivedere il successo della battaglia. Non riprendeva, anzi lodava ed amava, che gli scrittori ragionassero molto di se medesimi : perchè diceva che in questo, sono quasi sempre e quasi tutti eloquenti, e hanno per l’ordinario lo stilè buono e convenevole, eziandio contro il consueto o del tempo, o della nazione, o proprio loro. E ciò non essere maraviglia ; poiché quelli che scrivono delle cose proprie, hanno l’animo fortemente preso e occupato dalla materia; non mancano mai nè di pensieri nè di affetti nati da essa materia e nell’animo loro stesso, non trasportati di altri luoghi, nè bevuti da altre fonti, nè comuni e triti ; e con facilità si astengono dagli ornamenti frivoli in se, o che non fanno a proposito, dalle grazie e dalle bellezze false, o che hanno più di apparenza che di sostanza, dall’ affettazione, e da tutto quello che è fuori del naturale. Ed essere falsissimo che i lettori ordinariamente si curino poco di quello che gli scrittori dicono di se medesimi : prima, perchè tutto quello che veramente è pensato e sentito dallo scrittore stesso, e detto con modo naturale e acconcio, genera attenzione, e fa effetto ; poi, perchè in nessun modo si rappresentano o discorrono con maggior verità ed efficacia le cose altrui, che favellando delle proprie : atteso che tutti gli uomini si rassomigliano tra loro, sì nelle qualità naturali, e sì