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DI FILIPPO OTTONIERI. All’incontro, di mille cose o gravissime o convenientissime, tutto giorno si ride, e con facilità grande se ne muovono le risa negli altri. Anzi le più delle cose delle quali si ride ordinariamente, sono tutt’ altro che ridicole in effetto; e di moltissime si ride per questa cagione stessa, che elle non sono degne di riso o in parte alcuna 0 tanto che basti. Diciamo e udiamo dire a ogni tratto : i buoni antichi, 1 nostri buoni antenati; e uomo fatto all'antica, volendo dire uomo dabbene e da potersene fidare. Ciascuna generazione crede dall’una parte, che i passati fossero migliori dei presenti; dall’altra parte, che i popoli migliorino allontanandosi dal loro primo stato ogni giorno più; verso il quale se eglino retrocedessero, che allora senza dubbio alcuno peggiorerebbero. Certamente il vero non è bello. Nondimeno anche il vero può spesse volte porgere qualche diletto : e se nelle cose umane il bello è da preporre al vero, questo, dove manchi il bello, è da preferire ad ogni altra cosa, (tra nelle città grandi, tu sei lontano dal bello: perchè il bello non ha più luogo nessuno nella vita degli uomini. Sei lontano anche dal vero : perchè nelle città grandi ogni cosa è fìnta, o vana. Di modo che ivi, per dir così, tu non vedi, non odi, non tocchi, non respiri altro che falsità, e questa brutta e spiacevole. Il che agli spiriti delicati si può dire che sia la maggior miseria del mondo. Quelli che non hanno necessità di provvedere essi medesimi ai loro bisogni, e però ne lasciano la cura agli altri, non possono per l’ordinario provvedere, o in guisa alcuna, o solo con grandissima difficoltà, e meno sufficientemente che gli altri, a un bisogno principalissimo che in ogni modo hanno. Dico quello di occupare la vita: il quale è maggiore assai di tutti i biso-