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BETTI MEMORABILI DI FILIPPO OTTONIERI. 287 chi si trovava impedito di aver parte, per dir così, nella vita. Mala mansuetudine e la magnanimità della sua natura, ed anche la celebrità che egli si venne guadagnando con questi medesimi ragionamenti, e dalla quale dovette essergli consolato in qualche parte Pamor proprio; fecero che questa ironia non fu sdegnosa ed acerba, ma riposata e dolce. Così la filosofìa per la prima volta, secondo il famoso detto di Cicerone, fatta scendere dal cielo, fu introdotta da Socrate nelle città e nelle case; e rimossa dalla speculazione delle cose occulte, nella quale era stata occupata insino a quel tempo, fu rivolta a considerare i costumi e la vita degli uomini, e a disputare delle virtù e dei vizi, delle cose buone ed utili, e delle contrarie. Ma Socrate da principio non ebbe in animo di fare quest’innovazione, nè d’insegnar che che sia, nè di conseguire il nome di filosofo : che a quei tempi era proprio dei soli fisici o metafisici ; onde egli per quelle sue tali discussioni e quei tali colloqui non lo poteva sperare : anzi professò apertamente di non saper cosa alcuna ; e non si propose altro che d’intrattenersi favellando dei casi altrui ; preferito questo passatempo alla filosofia stessa, niente meno che a qualunque altra scienza ed a qualunque arte, perchè inclinando naturalmente alle azioni molto più che alle speculazioni, non si volgeva al discorrere, se non per le difficoltà che gl’ impedivano l’operare. E nei discorsi', sempre si esercitò colle persone giovani e belle più volentieri che cogli altri ; quasi ingannando il desiderio, e compiacendosi d’essere stimato da coloro da cui molto maggiormente avrebbe voluto essere amato. E perciocché tutte le scuole dei filosofi greci nate da indi in poi, derivarono in qualche modo dalla socratica, concludeva l’Ottonieri, che l’origine di quasi tutta la filosofia greca, dalla quale nacque la mo288 DETTI MEMORABILI