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IL PARIM, OVVERO DELLA GLORIA. 27B vidiassc a quei miseri che io diceva, le calamità del loro corpo ; quasi che il danno di quelle fosse da eleggere volentieri, per conto dell’ infelice guadagno che partoriscono. Gli altri attendono a operare, per quanto concedono i tempi, e a godere, quanto comporta questa condizione mortale. Gli scrittori grandi, incapaci, per natura o per abito, di molti piaceri umani ; privi di altri molti per volontà ; non di rado negletti nel consorzio degli uomini, se non forse dai pochi che seguono i medesimi studi ; hanno per destino di condurre una vita simile alla morte, e vivere, se pur l’ottengono, dopo sepolti. Ma il nostro fato, dove che egli ci tragga, è da seguire con animo forte e grande ; la qual cosa è richiesta massime alla tua virtù, e di quelli che ti somigliano.