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IL PAHIN1, OVVERO DELLA GLORIA. 265 forma migliore a’suoi trovati, e quasi maturarli. Se 11011 che forse qualcuno degli studiosi, riandando le memorie dei tempi addietro, considerate le opinioni di quel grande, e messe a riscontro con quelle de’suoi posteri, si avvede come e quanto egli precorresse il genere umano, e gli porge alcune lodi, che levano poco romore, e vanno presto in dimenticanza. Se bene il progresso del sapere umano, come il cadere dei gravi, acquista di momento in momento, maggiore celerità ; nondimeno egli ò molto difficile ad avvenire che una medesima generazione d’uomini muli sentenza, o conosca gli errori propri, in guisa, che ella creda oggi il contrario di quel che credette in altro tempo. Bensì prepara tali mezzi alla susseguente, che questa poi conosce e crede in molte cose il contrario di quella. Ma come niuno sente il perpetuo moto che ci trasporta in giro insieme colla terra, così l’universale degli uomini non si avvede del continuo procedere che fanno le sue conoscenze, nò dell’ assiduo variare de’ suoi giudizi. E mai non muta opinione in maniera, che egli si creda di mutarla. Ma certo non potrebbe fare di non crederlo e di non avvedersene, ogni volta che egli abbracciasse subitamente una sentenza molto aliena da quelle tenute or ora. Per tanto, niuna verità così fatta, salvo che non cada sotto ai sensi, sarà mai creduta comunemente dai contemporanei del primo che la conobbe. Capitolo Nono. Facciamo che superato ogni ostacolo, aiutato il valore dalla fortuna, abbi conseguito in fatti, non pur celebrità, ma gloria, e non dopo morte, ma in vita. Veg- LEOPARDI. — 1. 260 IL PARINI, OVVERO DELLA GLORI*.