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IL PARINI, OVVERO PE1.LA GLORIA. 257 generalmente, i primi lettori di ciascun’opera egregia, e i contemporanei di chi la scrisse, posto che ella ottenga poi lama nella posterità, sono quelli che in leggerla godono meno di tutti gli altri : il che risulta in grandissimo pregiudizio degli scrittori. Capitolo Sesto. Queste sono in parte le difficoltà che ti contenderanno l’acquisto della gloria appresso agli studiosi, ed agli stessi eccellenti nell’ arte dello scrivere e nella dottrina. E quanto a coloro che se bene bastantemente instrutti di quell’erudizione che oggi è parte, si può dire, necessaria di civiltà, non fanno professione alcuna di studi nè di scrivere, e leggono solo per passatempo, ben sai che non sono atti a godere più che tanto della bontà dei libri : e questo, oltre al detto innanzi, anche per un’ altra cagione, che mi resta a dire. Cioè che questi tali non cercano altro in quello che leggono, fuorché il diletto presente. Ma il presente è piccolo e insipido per natura a tutti gli uomini. Onde ogni cosa più dolce, e come dice Omero, Venere, il sonno, il canto e le carole presto e di necessità vengono a noia, se colla presente occupazione non è congiunta la speranza di qualche diletto o comodità futura che ne dipenda. Perocché la condizione dell’ uomo non è capace di alcun godimento notabile, che non consista sopra tutto nella speranza, la cui forza è tale, che moltissime occupazioni prive per se di ogni piacere, ed eziandio stucchevoli o faticose, aggiuntavi la speranza di qualche frutto, riescono gratissime e giocondissime, per lunghe che sieno; ed al contrario, le cose che si stimano dilettevoli in se, di- 22* 238 IL PARINI, OVVERO DELLA GLOR