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242 IL PAR1N1, OVVERO DELLA GLORIA. Capitolo Secondo. Potrei qui nel principio distendermi lungamente sopra le emulazioni, le invidie, le censure acerbe, le calunnie, le parzialità, le pratiche e i maneggi occulti e palesi contro la tua riputazione, e gli altri infiniti ostacoli che la malignità degli uomini ti opporrà nel cammino che hai cominciato. I quali ostacoli, sempre malagevolissimi a superare, spesso insuperabili, fanno che più di uno scrittore, non solo in vita, ma eziandio dopo la morte, è frodato al tutto dell’onore che se gli dee. Perchè, vissuto senza fama per l’odio o l’invidia altrui, morto si rimane nell’oscurità per dimenticanza; potendo difficilmente avvenire che la gloria d’alcuno nasca o risorga in tempo che, fuori dello carte per se immobili e mute, nessuna cosa ne ha cura. Ma le difficoltà che nascono dalla malizia degli uomini, essendone stato scritto abbondantemente da molti, ai quali potrai ricorrere, intendo di lasciarle da parte. Nè anche ho in animo di narrare quegl’ impedimenti che hanno origine della fortuna propria dello scrittore, ed eziandio dal semplice caso, o da leggerissime cagioni: i quali non di rado fanno che alcuni scritti degni di somma lode, e frutto di sudori infiniti, sono perpetuamente esclusi dalla celebrità, o stati pure in luce per breve tempo, cadono e si dileguano interamente dalla memoria degli uomini; dove che altri scritti o inferiori di pregio, o non superiori a quelli, vengono e si conservano in grande onore. Io ti vo’ solamente esporre le difficoltà e gl’ impacci che senza intervento di malvagità umana, contrastano gagliardamente il premio della gloria, non all’uno o all’altro fuor dell’usato, ma per l’ordinario, alla maggior parte degli scrittori grandi.