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RQUATO TASSO soggetto che mi si appresemi al pensiero, mi basta a farne tra ine e me una gran diceria. . (rniin. Cotesto abito te lo vedrai confermare e accrescere di giorno in giorno per modo, che quando poi ti si renda la facoltà di usare cogli altri uomini, ti parrà essere più disoccupato stando in compagnia loro, che in solitudine. E quest’assuefazione in si fatto lc- nore di vita, non credere che intervenga solo a’ tuoi simili, già consueti a meditare; ma ella interviene in più o men tempo a chicchessia. Di più, l’essere diviso dagli uomini e, per dir cosi, dalla vita stessa, porta seco questa utilità; che l’uomo, eziandio sazio, chiarito e disamorato delle cose umane per l’esperienza ; a poco a poco assuefacendosi di nuovo a mirarle da lungi, donde elle paiono molto più belle e più degne che da vicino, si dimentica della loro vanità e miseria ; toma a formarsi e quasi crearsi il mondo a suo modo ; apprezzare, amare e desiderare la vita ; delle cui speranze, se non gli è tolto o il potere o il confidare di restituirsi alla società degli uomini, si va nutrendo e dilettando, come egli soleva a’suoi primi anni. Di modo che la solitudine fa quasi l’ufficio della gioventù; o certo ringiovanisce l’animo, ravvalora e rimette in opera l’immaginazione, e rinnuova nell’uomo esperimentato i beneficii di quella prima inesperienza che tu sospiri, lo t i lascio ; che veggo che il sonno ti viene entrando ; e me ne vo ad apparecchiare il bel sogno che ti ho promesso. Così, tra sognare e fantasticare, andrai consumando la vita ; non con altra utilità che di consumarla ; che questo è l’unico frutto che al mondo se ne può avere, e l’unico intento che voi vi dovete proporre ogni mattina in sullo svegliarvi. Spessissimo ve la conviene strascinare co’ denti : beato quel dì che potete o trarvela dietro colle mani, o portarla in sul dosso. Ma,