Pagina:Leopardi - Opere I, Le Monnier, Firenze 1845.djvu/264

UATO TASSO Genio. Domandane altri de' più savi, e forse troverai qualcuno che ti risolva cotesto dubbio. Tasso. Così farò. Ma certo questa vita che io meno, è tutta uno stato violento : perchè lasciando anche da parte i dolori, la noia sola mi uccide. Genio. Che cosa è la noia? Tasso. Qui l’esperienza non mi manca, da soddisfare alla tua domanda. A me pare che la noia sia della natura dell’ aria : la quale riempie tutti gli spazi interposti alle altre cose materiali, e tutti i vani contenuti in ciascuna di loro ; e donde un corpo si parte, e altro non gli sottentra, quivi ella succede immediatamente. Così tutti gl’ intervalli della vita umana frapposti ai piaceri e ai dispiaceri, sono occupati dalla noia. E però, come nel mondo materiale, secondo i Peripatetici, non si dà vóto alcuno ; così nella vita nostra non si dà vóto ; se non quando la mente per qualsivoglia causa intermette l’uso del pensiero. Per tutto il resto del tempo, l’animo, considerato anche in se proprio e come disgiunto dal corpo, si trova contenere qualche passione ; come quello a cui l’essere vacuo da ogni piacere e dispiacere , importa essere pieno di noia ; la quale anco è passione, non altrimenti che il dolore e il diletto. Genio. E da poi che tutti i vostri diletti sono di materia simile ai ragnateli ; tenuissima, radissima e trasparente ; perciò come l’aria in questi, così la noia penetra in quelli da ogni parte, e li riempie. Veramente per la noia non credo si debba intendere altro che il desiderio puro della felicità ; non soddisfatto dal piacere, e non offeso apertamente dal dispiacere. 11 qual desiderio, come dicevamo poco innanzi, non è mai soddisfatto ; e il piacere propriamente non si trova. Sicché la vita umana, per modo di dire, è composta e intes- suta, parte di dolore, parte di noia; dall’una delle