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ALOGO DI TOHQUATO TASSO vano orare e far libazioni a Mercurio conduttore dei sogni, acciò ne menasse loro di quei lieti; l’immagine del quale tenevano a quest’ elfetto intagliata in su’ piedi delle lettiere (29). Così, non trovando mai la felicità nel tempo della vigilia, si studiavano di essere felici dormendo : e credo che in parte, e in qualche modo l’ottenessero ; e che da Mercurio fossero esauditi meglio che dagli altri Dei. Tasso. Per tanto, poiché gli uomini nascono e vivono al solo piacere, o del corpo o dell’ animo ; se da altra parte il piacere è solamente o massimamente nei sogni, converrà ci determiniamo a vivere per sognare : alla qual cosa, in verità, io non mi posso ridurre. Genio. Già vi sei ridotto e determinato, poiché tu vivi e che tu consenti di vivere. Che cosa è il piacere? Tasso. Non ne ho tanta pratica da poterlo conoscere che cosa sia. Genio. Nessuno lo conosce per pratica, ma solo per ispeculazione : perchè il piacere è un subbietto speculativo, e non reale ; un desiderio, non un fatto ; un sentimento che l’uomo concepisce col pensiero, e non prova ; o per dir meglio, un concetto, e non un sentimento. Non vi accorgete voi che nel tempo stesso di qualunque vostro diletto, ancorché desiderato infinitamente , e procacciato con fatiche e molestie indicibili ; non potendovi contentare il goder che fate in ciascuno di quei momenti, state sempre aspettando un goder maggiore e più vero, nel quale consista in somma quel tal piacere; e andate quasi riportandovi di continuo agl’ istanti futuri di quel medesimo diletto? 11 quale finisce sempre innanzi al giungere dell’ istante che vi soddisfaccia ; e non vi lascia altro bene che la speranza cieca di goder meglio e più veramente in altra occasione, e il conforto di tingere e narrare a voi medesimi di