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206 LA SCOMMESSA DI PROMETEO. la più perfetta creatura dell’ universo. Il che accettato da Momo, e convenuti del prezzo della scommessa, incominciarono senza indugio a scendere verso la terra ; indirizzandosi primieramente al nuovo mondo; come quello che pel nome stesso, e per non avervi posto piedi insino allora niuno degl’immortali, stimolava maggiormente la curiosità. Fermarono il volo nel paese di Popaian, dal lato settentrionale, poco lungi dal fiume Caucain un luogo dove apparivano molti segni di abitazione umana : vestigi di cultura per la campagna ; parecchi sentieri, ancorché tronchi in molti luoghi, e nella maggior parte ingombri ; alberi tagliati e distesi ; e particolarmente alcune che parevano sepolture, e qualche ossa d’uomini di tratto in tratto. Ma non perciò poterono i due celesti, porgendo gli orecchi e distendendo la vista per ogn’ intorno, udire una voce nè scoprire un’ ombra d’uomo vivo. Andarono, parte camminando parte volando, per ispaziò di molte miglia ; passando monti e fiumi; e trovando da per tutto i medesimi segni e la medesima solitudine. Come sono ora deserti questi paesi, diceva Momo a Prometeo, che mostrano pure evidentemente di essere stati abitati? Prometeo ricordava le inondazioni del mare, i tremuoti, i temporali, le piogge strabocchevoli, che sapeva essere ordinarie nelle regioni calde: e veramente in quel medesimo tempo udivano, da tutte le boscaglie vicine, i rami degli alberi che, agitoti dall’aria, stillavano continuamente acqua. Se non che Momo non sapeva comprendere come potesse quella parte essere sottoposta alle inondazioni del mare, così lontano di là, che non appariva da alcun lato ; e meno intendeva per qual destino i tremuoti, i temporali e le P'°gge avessero avuto a disfare tutti gli uomini del paese, perdonando agli sciaguari, alle scimmie, a’for- mi< Uieri, a’ cerigoni, alle aquile, a’ pappagalli, e a