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LO. Farfarello. Un impero grande come quello che dicono che Carlo quinto-si sognasse una notte? Malambruno. No. Far far elio. Recare alle tuo voglie una donna più salvatici! di Penelope? Malambruno. No. Ti par tigli che a cotesto ci bisognasse il diavolo ? Farfarello. Onori c buona fortuna così ribaldo come sei ? Malambruno. Piuttosto mi bisognerebbe il diavolo se volessi il contrario. Farfarello. In fine, che mi comandi? Malambruno. Fammi felice per un momento di tempo. Farfarello. Non posso. Malambruno. Come non puoi ? Farfarello. Ti giuro in coscienza che non posso. Malambruno. In coscienza di demonio da bene. Farfarello. Sì certo. Fa conto che vi sia de’ diavoli da bene come v’ò degli uomini. Malambruno. Ma tu fa conto che io t’appicco qui per la coda a una di queste travi, se tu non mi ubbidisci subito senza più parole. Farfarello. Tu mi puoi meglio ammazzare, che non io contentarti di quello che tu domandi. Malambruno. Dunque ritorna tu col mal anno, e venga Belzebù in persona. Farfarello. Se anco viene Belzebù con tutta la Giu- <lecca e tutte le Bolge, non potrà farti felice hè te nè altri della tua specie, più che abbia potuto io. Malambruno. Nè anche per un momento solo? Farfarello. Tanto è possibile per un momento, anzi per la metà di 1111 momento, e per la millesima parte; quanto per tutta la vita.