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STORIA DEL GENEBE UMANO. 153 nare e sacrificare il sangue e la vita propria. La qual cosa, non che fosse discara a Giove, anzi piacevagli sopra modo, così per altri rispetti, come che egli giudicava dovere essere gli uomini tanto meno facili a git- tare volontariamente la vita, quanto più fossero pronti a spenderla per cagioni belle e gloriose. Anche di durata questi buoni ordini eccedettero grandemente i superiori ; poiché quantunque venuti dopo molti secoli in manifesto abbassamento, nondimeno eziandio declinando e poscia precipitando, valsero in guisa, che fino all’entrare di un’ età non molto rimota dalla presente, la vita umana, la quale per virtù di quegli ordini era stata già, massime in alcun tempo, quasi gioconda, si mantenne per beneficio loro mediocremente facile e tollerabile. Le cagioni e i modi del loro alterarsi furono i molti ingegni trovati dagli uomini per provvedere agevolmente e con poco tempo ai propri bisogni ; lo smisurato accrescimento della disparità di condizioni e di uffici con- stituita da Giove tra gli uomini quando fondò e dispose le prime repubbliche; l’oziosità e la vanità che per queste cagioni, di nuovo, dopo antichissimo esilio, occuparono la vita ; l’essere, non solo per la sostanza delle cose, ma ancora da altra parte per l’estimazione degli uomini, venuta a scemarsi in essa vita la grazia della varietà, come sempre suole per la lunga consuetudine; e finalmente le altre cose più gravi, le quali per essere già descritte e dichiarate da molli, non accade ora distinguere. Certo negli uomini si rinnovellò quel fastidio delle cose loro che gli aveva travagliati avanti il diluvio, e rinfrescossi quell’ amaro desiderio di felicità ignota ed aliena dalla natura dell’universo. Ma il totale rivolgimento della loro fortuna e l’ultimo esito di quello stato che oggi siamo soliti di chiamare antico, venne principalmente da una cagione di¬