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STORIA DEL GENERE UMANO. 183 morbi e dalle calamità, fossero meno pronti che per l’addietro a volgere le mani contra se stessi, perocché sarebbero incodarditi e prostrati di cuore, come interviene per l’uso dei patimenti. I quali sogliono anche, lasciando luogo alle speranze migliori, allacciare gli animi alla vita : imperciocché gl’ infelici hanno ferma opinione che eglino sarebbero felicissimi quando si riavessero dei propri mali ; la qual cosa, come è la natura dell’uomo, non mancano mai di sperare che debba loro succedere in qualche modo. Appresso creò le tempeste dei venti e dei nembi, si armò del tuono e del fulmine, diede a Nettuno il tridente, spinse le comete in giro e ordinò le eclissi ; colle quali cose e con altri segni ed effetti terribili, instituì di spaventare i mortali di tempo in tempo : sapendo che il timore e i presenti pericoli riconcilierebbero alla vita, almeno per breve ora, non tanto gl’ infelici, ma quelli eziandio che 1’ avessero in maggiore abbominio, e che fossero più disposti a fuggirla. E per escludere la passata oziosità, indusse nel genere umano il bisogno e l’appetito di nuovi cibi e di nuove bevande, le quali cose non senza molta e grave fatica si potessero provvedere, laddove insino al diluvio gli uomini, dissetandosi delle sole acque, si erano pasciuti delle erbe e delle frutta che la terra e gli arbori somministravano loro spontaneamente, e di altre nutri- ture vili e facili a procacciare, siccome usano di sostentarsi anche oggidì alcuni popoli, e particolarmente quelli di California. Assegnò ai diversi luoghi diverse qualità celesti, e similmente alle parti dell’ anno, il quale insino a quel tempo era stato sempre e in tutta la terra benigno e piacevole in modo, che gli uomini non avevano avuto uso di vestimenti; ma di questi per l’innanzi furono costretti a fornirsi, e con molte industrie ripa¬