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150 STORIA DEL GENERE UMANO. essere conosciuti dagli uomini, interrompendo i cammini, ed anche rappresentando agli occhi una viva similitudine dell’ immensità. Nel qual tempo occuparono le nuove acque la terra Atlantide, non sola essa, ma insieme altri innumerabili e distesissimi tratti, benché di quella resti memoria speciale, sopravvissuta alla moltitudine dei secoli. Molti luoghi depresse, molti ricolmò suscitando i monti e le colline, cosperse la notte di stelle, rassottigliò e ripurgò la natura dell’aria ed accrebbe il giorno di chiarezza e di luce, rinforzò e contemperò più diversamente che per l’addietro i colori del cielo e delle campagne, confuse le generazioni degli uomini in guisa che la vecchiezza degli uni concorresse in un medesimo tempo coll’altrui giovanezza e puerizia. E risolutosi di moltiplicare le apparenze di quell’infinito che gli uomini sommamente desideravano (dappoi che egli non li poteva compiacere della sostanza), e volendo favorire e pascere le coloro immaginazioni, dalla virtù delle quali principalmente comprendeva essere proceduta quella tanta beatitudine della loro fanciullezza; fra i molti espedienti che pose in opera (siccome fu quello del mare), creato l’eco, lo nascose nelle valli e nelle spelonche, e mise nelle selve uno strepito sordo e profondo, con un vasto ondeggiamento delle loro cime. Creò similmente il popolo de’ sogni , e commise loro che ingannando sotto più forme il pensiero degli uomini, ligurassero loro quella pienezza di non intelligibile felicità, che egli non vedeva modo a ridurre in atto, e quelle immagini perplesse e indeterminale, delle quali esso medesimo, se bene avrebbe voluto farlo, e* gli uomini lo sospiravano ardentemente, non poteva produrre alcun esempio reale. Fu per questi provvedimenti di Giove ricreato ed eretto l’animo degli uomini, e rintegrata in ciascuno di