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110 PALINODIA. La generosa stirpe : anzi coverte Fien di stragi 1’ Europa e l'altra riva Dell’atlantico mar, fresca nutrice Di pura civiltà, sempre che spinga Contrarie in campo le fraterne schiere Di pepe o di cannella o d’ altro aroma Fatai cagione, o di melale canne, O cagion qual si sia eh’ ad auro torni. Valor vero e virtù, modestia e fede E di giustizia amor, sempre in qualunque Pubblico stalo, alieni in tutlo e lungi Da’comuni negozi, ovvero in tutto Sfortunati saranno, afflitti e vinti; Perchè diè lor natura, in ogni tempo Starsene in fondo. Ardir protervo e frode, Con mediocrità, regneran sempre, A galleggiar sortiti. Imperio e forze, Quanto più vogli o cumulale o sparse, Abuserà chiunque avralle, e sotto Qualunque nome. Questa legge in pria Scrisser natura e il fato in adamante; E co’ fulmini suoi Volta nè Dàvy Lei non cancellerà, non Anglia tutta Con le macchine sue, nè con un Gange Di politici scritti il secol novo. Sempre il buono in tristezza, il vile in festa Sempre e il ribaldo : incontro all’ alme eccelse In arme tutti congiurati i mondi Fieno in perpetuo : al vero onor seguaci Calunnia, odio e livor : cibo de’ forti Il debole, cullor de’ricchi e servo 11 digiuno mendico, in ogni forma Di comun reggimento, o presso o lungi Sien l’eclittica o i poli, eternamente Sarà, se al gener nostro il proprio albergo E la face del di non vengon meno. Queste lievi reliquie e questi segni Delle passate età, forza è che impressi