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LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA. L’uomo a’ suoi studi intende? O torna all’opre? o cosa nova imprende? Quando de’ mali suoi men si ricorda? Piacer Aglio d’affanno;, Gioia vana, eh’è frutto Del passalo timore, onde si scosse E paventò la morte Chi la vita abborda ; Onde in lungo tormento, Fredde, tacite, smorte, Sudàr le genti e palpitàr, vedendo Mossi alle nostre offese Folgori, nembi e vento. 0 natura cortese, Son questi i doni tuoi, Questi i diletti sono Che tu porgi ai mortali. Uscir di pena É diletto fra noi. Pene tu spargi a larga mano; il duolo Spontaneo sorge: e di piacer, quel tanto Che per mostro e miracolo talvolta Nasce d’affanno, è gran guadagno. Umana Prole cara agli eterni ! assai felice Se respirar ti lice D’alcun dolor ; beata Se te d’ogni dolor morte risana. LEOPARDI. — 1. 8