Pagina:Leopardi - Opere I, Le Monnier, Firenze 1845.djvu/112

A SILVIA. 73 Quale allor ci apparia La vita umana e il fato ! Quando sovvienimi di cotanta speme, Un affetto mi preme Acerbo e sconsolalo, E tornami a doler di mia sventura. 0 natura, o natura, Perchè non rendi poi Quel che prometti allor? perchè di tanto Inganni i figli tuoi? Tu pria che l’erbe inaridisse il verno, Da chiuso morbo combattuta e vinta, Perivi, o tenerella. E non vedevi D fior degli anni tuoi ; Non ti molceva il core La dolce lode or delle negre chiome, Or degli sguardi innamorati e schivi; Nè teco le compagne ai di festivi Bagionavan d’ amore. Anche peria fra poco La speranza mia dolce: agli anni miei Anche negaro i fati La giovanezza. Ahi come, Come passata sei, Cara compagna dell’ età mia nova, Mia lacrimala speme! Questo è quel mondo? questi 1 diletti, 1’ amor, 1* opre, gli eventi Onde cotanto ragionammo insieme? Questa la sorte delle umane genti? All’ apparir del vero Tu, misera, cadesti: e con la mano La fredda morte ed una tomba ignuda Mostravi di lontano. LEOPARDI. — 1.