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IL RISORGIMELO. D’ ogni dolcezza vedovo, Tristo; ma non turbato, Ma placido il mio stalo, Il volto era seren. Desiderato il termine Avrei del viver mio; ■ Ma spento era il desio Nello spossato sen. Qual dell’ età decrepita L’avanzo ignudo e vile, ■ 10 conducea l’aprile Degli anni miei cosi: Cosi quegl’ ineffabili Giorni, o mio cor, traevi, Che sì fugaci e brevi 11 cielo a noi sorti. Chi dalla grave, immemore Quiete or mi ridesta? Che virtù nova è questa. Questa che sento in me? Moli soavi, immagini, Palpiti, error bealo, Per sempre a voi negalo Queslo mio cor non è? Siete pur voi quell’ unica Luce de’ giorni miei? Gli affetti eh’ io perdei Nella novella età? Se al ciel, s’ai verdi margini, Ovunque il guardo mira, Tutto un dolor mi spira, Tutto un piacer mi dà. Meco ritorna a vivere La piaggia, il bosco, il monte; Parla al mio core il fonte, Meco favella il mar.