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68 IL RISORGIMENTO. Chiedea 1’ usate immagini La stanca fantasia; E la tristezza mia Era dolore ancor. Fra poco in me quell’ ultimo Dolore anco fu spento, E di più far lamento Valor non mi reslù. Giacqui: insensato, attonito, Non dimandai conforto: Quasi perduto e morto, Il cor s’abbandonò. Qual fui! quanto dissimile Da quel che tanto ardore, Che sì bealo errore Nutrii nell’alma un di! La rondinella vigile, Alle finestre intorno Cantando al novo giorno, Il cor non mi ferì: Non all’ autunno pallido In solitaria villa, La vespertina squilla, Il fuggitivo Sol. Invan brillare il vespcro Vidi per mulo calle, Invan sonò la valle Del flebile usignol. E voi, pupille tenere, Sguardi furtivi, erranti, Voi de’ gentili amanti Primo, immortale amor, Ed alla mano offertami Candida ignuda mano, Foste voi pure invano Al duro mio sopor.