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Per di lui man piagato estinto cadde
De la sconfitta avversa turba il duce,
Egli al Mogol salute, al popol tutto
625La bramata arrecò salvezza amica,
Ei de lo scosso trono egli del regno
Sovrano a un tempo, e difensor si fece;
Nulla a temer ci resta. Agra, e Surate
Obblìa lo stuol fuggente, i passi suoi
630Seguir guerrieri eletti, e a noi recaro
Così grata novella alfin si mostra
A noi propizio il ciel.
Ibraimo Stupido io sono
Qual novo ordin di cose a un tratto io miro
Cangiar del regno il deplorando aspetto!
635Dal feroce Persian domato, e vinto
Il capo ei piega, e d’Ispahan sopporta
Il duro giogo; a le ruine insulta
Il Maratto guerrier del regno oppresso,
E qual torrente impetuoso atterra
640Quanto a lui si fa innanzi, il regno intero