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In pria conosci, e quindi il mio condanna.
Ibraimo Ah taci, Osnam non più, confuso io sono,
La mia colpa conosco, aprirsi io miro
A’ piedi miei d’iniquità d’orrore
560Funesto abbisso, al tuo parlare io cedo
Che risponder non sò, di quanto oprai
L’empietade m’è nota, ah nel tuo petto
Si celi il mio fallir, l’ascoso arcano
Non palesar se a cruda morte in preda
565Un misero non brami, a’ piedi tuoi
Supplice io son, [s’inginocchia] se de’ miei pianti il suono
Commuoverti non sà ti muova almeno
La pietà la virtù...
Osnam Sorgi, Ibraimo,
Mal conosci il mio cuor, fido il mio petto
570L’arcano serberà finchè fedele
Al tuo Signor sarai, la spada ultrice
Nunzia del giorno estremo agli occhi tuoi