Pagina:Leopardi - La virtù indiana, manoscritto, 1811.djvu/31

Per la patria pugnar; quale in quel giorno

Ruotasti il ferro, e qual di mille turme
L’urto sprezzasti, e vincitor l’acciaro
Spingesti a ber degl’inimici il sangue.
235Il Perso il dica, e de lo stuol nemico
Il valoroso duce, ei, che degli avi
Emulator di sue guerriere imprese
D’ogn’intorno spandea la fama, il grido,
Quì di sua gloria il fin, quì di sue gesta
240L’ultima meta, ed il confine estremo
Veduto avrìa, se degl’ingiusti Numi
La pietade, il valor placar potesse
L’inesorabil cuor. Mio fido all’uopo
L’ardir richiama, che in quel dì funesto
245Per la patria mostrasti, il ferro tuo
Vindice sia di libertade, e atterri
Quanto ad essa s’oppon, trafitto cada
Della patria il tiranno, e sorga alfine
Su questo suol la libertà bramata.
Osnam. 250Quanto m’imponi adempirò non have